Andrea Benetti e l'arte Neorupestre: una sintesi tra materia, simbolo e colore
L’opera di Andrea Benetti si inscrive in una ricerca artistica che coniuga sperimentazione materica e riflessione sulla memoria visiva dell’umanità. La sua cifra stilistica si distingue per un uso consapevole della stratificazione, ottenuta attraverso una combinazione di tecniche miste – olio, incisione, gesso, resina e pigmenti – che conferisce alla superficie pittorica una qualità tattile e tridimensionale. Questa scelta tecnica non è solo estetica, ma concettuale: la materia diventa veicolo di una narrazione che affonda le radici nell’arte primitiva, riaffermando il valore del segno come elemento archetipico.
La costruzione visiva delle sue opere è fondata su una dialettica tra geometria e organicità. Le forme utilizzate, pur evocando strutture geometriche, mantengono un dinamismo fluido che richiama le prime manifestazioni artistiche dell’uomo, dai graffiti rupestri alle stilizzazioni simboliche di culture arcaiche. Tale dialogo tra astrazione e simbolismo rappresenta uno degli aspetti più significativi della poetica di Benetti, il cui linguaggio visivo appare sospeso tra memoria e innovazione.
Il cromatismo è un altro tratto distintivo della sua produzione: i colori, spesso audaci e vibranti, non si limitano a definire la composizione, ma ne amplificano la forza espressiva, creando tensioni visive e armonie dinamiche. L’opera Mulini a vento emerge come un esempio paradigmatico di questa sintesi: la stratificazione materica conferisce alla superficie pittorica una profondità quasi scultorea, mentre il gioco di forme e colori costruisce un ritmo visivo che trattiene e stimola lo sguardo dello spettatore. Qui, il linguaggio simbolico di Benetti si manifesta con particolare intensità, dimostrando la capacità dell’artista di coniugare l’essenzialità dell’espressione primitiva con una sensibilità contemporanea.
L’omogeneità e la coerenza del suo corpus artistico rivelano un’indagine strutturata e consapevole, che supera la mera riproposizione di stilemi del passato per affermare un’estetica autonoma. Le sue opere, grazie alla varietà di dimensioni e supporti, si prestano a molteplici contesti espositivi, rendendo il lavoro di Benetti non solo riconoscibile, ma anche versatile. In un panorama artistico spesso dominato dalla velocità e dall’effimero, la sua ricerca si distingue per il recupero della materia e del simbolo come strumenti di un racconto senza tempo.
Charlotte Paritzky |
Direttrice della Z&B Gallery |
Co-fondatrice di OBRA Art |