"11 settembre – Johns Hopkins University – Un bolognese “in cattedra”” di Luciana Cavina
Andrea Benetti, artista bolognese già ospitato più volte in gallerie e musei oltreoceano, ricorda l’11 settembre nell’università americana della propria città.
Un curioso intreccio di sensibilità e confini e un gesto creativo, per invitare a rinascere dalle macerie, fare tabula rasa della violenza e ricominciare mettendo in gioco l’unico antidoto possibile: la pace. Attraverso la forza dell’arte, la Johns Hopkins University di via Belmeloro, infatti, ha scelto, insieme all’associazione “Luciano Finelli”, Friends of Johns Hopkins University, di ricordare l’11 settembre con una mostra, piccola ma significativa, che ha intitolato “Memory” allestita nell’atrio dell’Istituto da Andrea Benetti e Lanfranco Di Rico, scultore bolognese ma praticamente bolognese di adozione.
“In genere espongo all’estero – racconta Benetti – e lavoro con il “Museo di Arte Contemporanea Italiana in America”, in Costa Rica, con il quale ho in piedi un progetto molto impegnativo. Ma a Bologna c’è un’importante università statunitense da 52 anni, un simbolo concreto di multiculturalismo, e mi è sembrato naturale proporre di mostrare i nostri lavori sulla tragedia delle Twin Tower proprio lì. E il direttore Kenneth Keller ci ha letteralmente accolti a braccia aperte”.
Sulle strade della lontana America, quindi, Benetti, solitamente defilato dall’ambiente artistico della sua città, torna a casa. “A questo non ho pensato – ammette lui – so solo che l’attacco alle torri gemelle è stato un colpo all’anima dell’umanità, ne ha cambiato la storia. Come tutti sono rimasto colpito. La mia arte – continua – è definita “Neorupestre”, ovvero che ricerca forme e materiali primordiali. E per me questa ricerca significa azzerare la tremenda ferocia e arretratezza a cui è arrivato questo mondo, significa ridiscutere la storia dell’uomo partendo dagli atti e dalle emozioni più semplici, l’amore e la pace. Questo è il mio messaggio nel ricordare le Vittime di quel tragico 2001”.
In esposizione, dunque, ci sono alcune opere di Andrea Benetti, reti strappate da cui emergono i nomi delle Vittime di quelle esplosioni, soffi leggeri che invitano alla speranza, e piccoli crateri in rilievo che sembrano contrapporre l’innocenza all’angoscia di Ground Zero.
Essenziale anche Lanfranco Di Rico, e stesso semplice amorevole messaggio. Così è anche la scultura realizzata con Benetti, che ospita un video di Nicola Roversi e Andrea Benetti, che montano le immagini mandate dalle tv del mondo nel giorno che tutti ricordiamo.
Diverso, invece, il progetto che l’artista bolognese ha in cantiere con il Museo in Costa Rica: “sarà – spiega – un vero e proprio libro d’arte con la copertina di tela, che raccoglie una serie di mie opere sul tema della velocità. Un lavoro mastodontico, con diversi saggi di critici e professori universitari da tutto il mondo”.
Lo presenterà a Bologna?
“Magari – scherza – alla Johns Hopkins University”.
Luciana Cavina |
Giornalista e critica d’arte |